Tutta la gallery

Le memorie esagitate degli Anni ’70 tornano d’attualità, nell’incrocio acuminato di percezioni, che voleva un tempo che ogni personale fosse politico.
Alla vigilia di un atto risolutivo, tragico e violento, un uomo e una donna sono nudi su un letto. Sono armati, determinati, animati da odio e vendetta. I due complottano fra le lenzuola, ordiscono insieme un piano per un attentato politico.
Studiano e insieme fantasticano sulle forme possibili di una lotta che sovverta il regime di parassiti che li schiaccia. All’alba di una rivoluzione che non arriva mai, il vero terreno di lotta, dalla politica passa ai corpi.
Gli ideali, i valori assoluti, cedono il passo ai conflitti interiori dell’uomo e della donna. E’ nella sfera intima, nella relazione umana, che la politica trova una sua concretezza, si incarna e si fa materia stessa del conflitto.
Il pubblico assiste da vicino, vicinissimo, sente sul collo il fiato degli attori. Il meccanismo fa sì che da giudice diventi complice in una chiave che è sempre più ecisamente voyeuristica.
Piombo è la storia del tradimento di un ideale di giustizia, spazzato via in nome di un romanticismo deviato e dei piccoli egoismi della quotidianità. Un odio onnicomprensivo che si nutre di illusioni, porta a ragionamenti ferrei che attuati si scoprono improvvisamente fatti di vento. L’idea stessa di azione sembra portare con sè; il suo stesso tradimento, nel momento in cui le parole di rivolta, non trovano una possibile incarnazione e restano a mezz’aria, opprimenti e minacciose.

Credits

Testo: Magdalena Barile
Con epilogo di: Luca Scarlini
Regia e Scene: Aldo Cassano
Con: Natascia Curci e Aldo Cassano
Assistente regia: Antonio Spitaleri
Video: Semira Belkhir e Federico Tinelli
Luci: Beppe Sordi
Elab.Audio: Luigi Galmozzi

Produzione Animanera

Con il sostegno di: Progetto Être/Fondazione Cariplo, Comune di Milano, PiM Spazio Scenico

Press

myword.it - Renato Palazzi Un allestimento che ha nella freschezza delle immagini e nel sofisticato uso delle tecnologie le sue risorse migliori: i corpi nudi dei due attori, sempre alle soglie di vorticosi accoppiamenti, interagiscono con le proiezioni video che si sovrappongono e si sostituiscono ad essi sul grande letto posto in mezzo alla platea, fanno apparire enormi organi - occhi, bocche - sulle loro membra, evocano fiamme o uccelli in volo che ne lambiscono le epidermidi, con effetti talora sorprendenti.

flanerì.com - Gian Paolo Galasi Bel testo di Magdalena Barile, una delle cose più interessanti viste in questa stagione teatrale, con intelligenza e sensibilità non comuni. Due corpi su un letto, al centro della scena, gli spettatori come giudici voyeur. C’è dentro il meglio della cultura nata dagli anni settanta in questo testo... Un plauso a Aldo Cassano (qui nel doppio ruolo di regista e attore) e a Natascia Curci (sono due delle teste pensanti del collettivo milanese Animanera), e all’abilità con cui riescono a restituirci ogni momento di gravitazione delle pieghe dell’anima dei due protagonisti, oltre che darci un piccolo saggio di come la nudità sia una costruzione culturale che potrebbe significare molte cose: assenza di difese, ma anche assenza di alibi, e forse è proprio in questo l’intelligente richiamo al pubblico, al suo voyeurismo e, quindi, alla sua, famosa, responsabilità: per parafrasare sempre John Lennon, infatti, si può anche imparare a guardare come per uccidere. Una interessante lezione di sociologia politica: sono i nostri occhi ad essere le mani che si avventano su quei corpi. Potrebbero anche riuscire a sollevarli da terra …

persinsala.it - Mara Verena Leonardini Piombo è innanzitutto uno spettacolo di ricerca: dalla struttura scenica, posta al centro di due lembi di platea e che consta solo di un letto, ai corpi nudi dei protagonisti che si incalzano e si attorcigliano in evoluzioni fisiche di notevole impatto visivo, alle ardite proiezioni video che sorprendono lo sguardo dello spettatore-voyeur dando un segno preciso ai dialoghi e all’azione. Che sia voluto o meno il rimando al pasoliniano conflitto tra corpo e parola, tra il potere mistificatorio del logos e l’azione corporale che reagisce alla crisi delle ideologie, una cosa è sicura: sono fertili gli spunti suggeriti dalla performance, arricchita da immagini incisive e dall’uso ingegnoso delle nuove tecnologie. Come colonna sonora i Pink Floyd, gli angeli degli anni Settata, che restano sublimi e malinconici sullo sfondo, come il ricordo perfetto di una generazione anti nichilista che non ha spiccato il volo. Lo spettacolo si chiude con una potente mitragliata inverosimilmente dilatata, forse a significare la morte in vita dei due protagonisti, ormai passati dal terrorismo alle parole crociate e al ricordo scolorito degli anni che furono. Certo è che il piombo arriva, diretto e affilato, proprio quando la sicurezza domestica sembrava finalmente aver dissipato la rabbia in un happy end consolatorio. Un’esecuzione in piena regola che non si concede neanche il velo funebre del sipario.

puntoelineamagazine.it - Claudio Elli Un letto, due aspiranti terroristi. Il giaciglio diviene il terreno di scontro tra determinazione e sentimento, dove il secondo appare come la maschera di debolezza che impedisce il raggiungimento dell’obiettivo, ovvero l’eliminazione fisica del “parassita” borghese, il nemico. La donna, che assume il ruolo del bastione ideologico nel complesso rapporto della coppia, chiede solo sesso come esercizio pratico per l’azione di guerriglia urbana. L’alcova diviene a questo punto tempio del dio Priapo come della canna di un fucile, il piombo il canale in cui tutta la potenzialità sessuale deve trovare sfogo e completezza. La proporzione che s’instaura nello sviluppo drammaturgico è costituita dal rapporto tra violenza e sesso come tra vigliaccheria e sentimento: tuttavia, nel momento dell’azione vera, dopo i fuochi di un orgasmo notturno cinico ma deciso, ecco di nuovo apparire l’amore tra i due, la natura di un rapporto dolce e realistico che blocca il compimento dell’operazione. E’ forse il prevalere della codardia di fondo il leit motiv della pièce? Oppure è l’amore che prevale su tutto, al punto da annullare la presenza del virtuale nemico di classe? Forse colui che si vuole uccidere risiede in noi, è il destinatario fisico di un combattimento interiore che il sentimento puro può superare e di conseguenza abbattere. In fondo, il piombo rappresenta anche il primo stadio alchemico che solo attraverso la trasmutazione può divenire oro spirituale ed elisir per l’anima. Sul colore del finale di questo suggestivo “work in progress”, a ciascuno il verdetto definitivo...

klpteatro.it - Mario Bianchi “Piombo” di Animanera, ambientato nel bellissimo spazio dell'ex oratorio di San Lupo, parla del nostro presente appena passato, e lo fa in modo curioso e spiazzante. In un letto, letteralmente circondato dallo sguardo degli spettatori, si consuma il rapporto di un uomo e di una donna, una coppia che si avvia a compiere un attentato. Sui corpi nudi dei due attori, sempre in procinto di accoppiarsi, si sovrappongono immagini di occhi e bocche. Mentre i protagonisti si amano, discutono di una rivoluzione che non arriva mai; e quando il mattino li troverà intenti a parlare di futilità e a giocare con le parole crociate, sarà su di loro che si scaricherà il piombo della vendetta. Aldo Cassano (qui nel doppio ruolo di regista e attore) e Natascia Curci, su un bel testo di Magdalena Barile, a cui Luca Scarlini ha cucito addosso l'epilogo, conducono il gioco di questo raffinato conflitto tra corpo e parola, realtà e desiderio.