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UN ALTRO AMLETO

di Magdalena Barile

Amleto vive in Brianza ed è l’unico erede di una ricca famiglia di industriali. Una bella casa, la direzione dell’azienda, una fidanzata innamorata: Amleto ha tutto tranne che la felicità. A logorarlo è un atavico sentimento di vendetta verso la madre e lo zio, uniti in matrimonio poco dopo la morte del padre di Amleto. Dopo un periodo di studi all’estero Amleto torna nella casa dov’è cresciuto ed è determinato a fare una strage per vendicare il torto subito dal padre.

Amleto è pronto a fare giustizia ma qualcosa non va come dovrebbe. L’azione omicida si affievolisce a contatto con la dimensione quotidiana, l’ambiguo affetto e la resa incondizionata della madre e dello zio disorientano il giovane terrorista e la vendetta sanguinosa lascia spazio a una nuova convivenza impossibile fra sentimenti d’odio e fulminanti momenti di tenerezza.

Riscrittura contemporanea della celebre tragedia di William Shakespeare, Un altro Amleto è una dark comedy dove emergono forti i temi della solitudine e della perdita di identità. Amleto oggi ha perso la corona e il rispetto dei suoi simili ma a muoverlo sono ancora i fantasmi, le stesse esitazioni a impedirgli l’azione risolutiva. Amleto oggi è l’eroe del “non essere”. La sua incapacità di vivere la vita che il destino ha scelto per lui va di pari passo con la debolezza che gli impedisce di cercare fortuna altrove. Amleto è bloccato fra due mondi, condannato a una visione che va oltre le apparenze e che lo costringerà alla follia.

Quante calzamaglie, teschi, pulsioni incestuose, secoli e secoli di riscritture ci sono volute per raccontare l’Amleto di oggi, che resta con noi come lo spettro di un’infanzia non conclusa, di un’adolescenza che è spinta eversiva e insieme autodistruttiva di un personaggio che ormai è sinonimo stesso di Teatro.

Testo segnalato al Premio Hystrio

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Regia: Aldo Cassano
Con: Federico Manfredi, Emilia Scarpati Fanetti, Nicola Stravalaci, Debora Zuin
Assistente regia: Natascia Curci
Suoni: Antonio Spitaleri
Costumi: Lucia Lapolla
Luci: Beppe Sordi
Scene: Valentina Tescari
Video: Matteo Massocco, Valeria Palermo
Organizzazione: Vanessa Radrizzani

Si ringraziano Francesco Aurilia, Tommaso Bigi e Martina Colli del corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

NEXT Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo – REGIONE LOMBARDIA

Con il contributo di FONDAZIONE CARIPLO

Prima nazionale: dal 19 al 28 febbraio 2016 al Teatro dell’Arte, Milano.

Press

paneacquaculture.net - Renzo Francabandera [...] sviluppo concettuale [...] certamente rotondo, di grande ricchezza scenica, capace di rinnovare il classico senza violentarlo e di raccontarne una attualità diversa, particolare, vera. [...] la cifra dark di Animanera riesce a calzare in modo particolarmente efficace la tragicommedia, e il merito, netto per chi vede l’opera, va all’incrocio creativo della regia di espressionismo contemporaneo di Cassano con la geometrica straordinaria lucidità della scenografia, frutto del grande talento di Valentina Tescari [...]. Sono le sue idee a permettere in alcuni momenti a Cassano di liberare grandi slanci registici, visionari [...]. Vedere questo spettacolo, che ha i crismi del grande allestimento [...], e sentire l’intimo piacere della caustica riscrittura, della fantastica orchestrazione scenografica, del bel dialogo fra questa e la regia, finalmente misurata e non indulgente verso un’attoralità che avrebbe potuto sbavare diventando solo maschera e invece no, ci convince di trovarci di fronte ad una prova di maturità collettiva che non sfigurerebbe su alcun palcoscenico dei grandi teatri nazionali [...] avessi un teatro lo programmerei, per giunta nella stagione dei classici.

Krapp's Last Post - Davide Sannia [...] Lo spettacolo, a Milano al suo debutto nazionale, prende spunto da Shakespeare per incastrare uno dei suoi personaggi-icona all’interno del nostro tempo. Tanto che i quattro interpreti sembrano quasi non recitare, intrappolati in quella cadenza brianzola spinta e antiteatrale. Ed è così che il senso di realtà, nonostante l’assurdo generalizzato, è molto forte, ed è questa la principale qualità dello spettacolo, che porta avanti – grazie anche ai testi di Magdalena Barile – la poetica della compagnia milanese, di vocazione prettamente sociale e incentrata sul porre l’attenzione intorno a temi di attualità. Da questa dark comedy, come viene definita dalla stessa compagnia, emergono forti i temi della solitudine e della perdita d’identità, lasciando trasparire un fondo di tristezza e smarrimento che ci allontana dalla sontuosità shakespeariana per lasciarcene solo un dipinto sbiadito dal nostro tempo, distante dall’Amleto come la Danimarca dalla Brianza.

cultweek.com - Giuseppe Paternò di Raddusa Interessante, seppur non perfettissima nella resa scenica, la riduzione Amletiana dislocata in terra brianzola, e diretta con piglio scoppiettante da Aldo Cassano su impegnativa drammaturgia di Magdalena Barile: a metà tra la parodia e la riflessione, Un altro Amleto – di scena al Teatro dell’ CRT – si compone di numerosi elementi riusciti. Una regia potente, un ottimo quartetto di attori (con un asterisco speciale per la Gertrude arricchita di Debora Zuin), una drammaturgia che rintraccia Amleto in alcune intuizioni felici, che trovano compiutezza nell’ottimo lavoro di luci di Beppe Sordi.

milanoteatri.it - Beatrice Marzorati Il testo di Magdalena Barile dipinge con ironia e impietosa lucidità il ritratto – estremo, ma non per questo meno credibile – di una moderna famiglia borghese, apparentemente soddisfatta e appagata dal benessere materiale e sociale (“Hai bisogno di credere in qualcosa. Io credo agli oggetti”) e dilaniata all’interno da conflitti irrisolti e soprattutto incompresi. In questa dark comedy l’elemento grottesco rende ancora più inquietanti le dinamiche assurde che si svolgono tra i personaggi, caratterizzati dalle nuove turbe proprie della modernità. Tutto sembra accettato e giustificato, i valori sfumano in un relativismo in cui solo i soldi assumono un potere effettivo nella gestione quotidiana dei rapporti , i rituali borghesi ovattano la presenza delle armi, della violenza, dell’aborto e alla fine è difficile identificare chi sia davvero il più folle. La regia di Aldo Cassano rende con efficacia le suggestioni del testo tramite una scenografia evocativa e rapidi cambi di scena che creano un’atmosfera quasi spettrale, in cui gli oggetti si muovono trainati da corde. Gli echi e i rumori amplificati sottolineano ulteriormente la distorsione delle menti e delle relazioni. Validi gli attori Federico Manfredi, Emilia Scarpati Fanetti, Nicola Stravalaci e Debora Zuin (magistrale nell’interpretazione di Gertrude), abili nel restituire una dimensione grottesca e tragicomica. Infine, l’operazione di attualizzazione di “Un altro Amleto” ha successo: i temi fondamentali del capolavoro di Shakespeare – “la solitudine, la follia, la mancanza d’amore, il dubbio amletico” – trovano nuova freschezza alla luce dei nostri tempi nella messinscena della compagnia Animanera.

stratagemmi.it - Alessandra Cioccarelli Affiatata e brillante risulta nell’insieme la performance del quartetto – Federico Manfredi (Amleto), Emilia Scarpati Fanetti (Ofelia), Nicola Stravalci (lo zio Claudio), Debora Zuin (la madre Gertrude) [...] Lo spettacolo rivela tuttavia un coraggioso interesse per le contaminazioni e gli ibridismi: un anima ‘meticcia’ che è riscontrabile sia nella scelta dei registri linguistici, con forti escursioni tra le trivialità del linguaggio quotidiano e gli aulicismi di alcuni squarci poetici, ma anche nella scenografia e la concezione dello spazio. Fortemente evocativo e interattivo è l’ambiente multimediale immaginato e costruito da Valentina Tescari, in collaborazione con Francesco Aurilia, Tommaso Bigi e Martina Colli del corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e Matteo Massocco e Valeria Palermo per la parte video. [...]Un altro Amleto si segnala nel complesso per originalità e freschezza; un ulteriore lavoro di sottrazione e sintesi conferirebbe forse allo spettacolo una maggiore coerenza ed efficacia.

ilmirino.it - Ugo Perugini Buona la regia di Aldo Cassano con cambi di scena rapidi in un’atmosfera quasi spettrale e astratta, sottolineata da una scelta fonica intelligente con amplificazioni di rumori di fondo. Validi anche gli attori Federico Manfredi, Emilia Scarpati Fanetti, Nicola Stravalaci e Debora Zuin. E’ una produzione CRT Teatro dell’Arte/Animanera. C’è del buono nelle idee di Magdalena Barile. L’attendiamo con curiosità e interesse ad altre prove.

scenecontemporanee.it - Annagiulia Scaini Se Shakespeare fosse vivo probabilmente resterebbe compiaciuto sapendo che le sue opere, a secoli di distanza, vengono ancora prese, rilette e messe in scena da registi di tutto il mondo secondo nuove regole e registri personali. Se Shakespeare fosse vivo guarderebbe lo spettacolo scritto da Magdalena Barile e troverebbe un’opera che non è la sua, vicina sicuramente, ma non la sua e comprenderebbe la scelta del titolo: UN ALTRO AMLETO. Non è la sua tragedia, ma una tipica dark comedy in cui ci sono i personaggi nati dal suo genio calati in un’altra epoca, quella moderna, con tutte le insicurezze e le nuove turbe proprie del nostro secolo. [...] A quattrocento anni dalla morte di Shakespeare, una celebrazione tutta nuova e diversa di Amleto, reso ancora più umano e debole davanti ad una realtà multiforme che non può che portare alla confusione e alla pazzia per l’incapacità di prendere una scelta e portarla avanti fino alla fine. Una grande prova interpretativa dei quattro attori in scena, Federico Manfredi, Emilia Scarpati Fanetti, Nicola Stravalaci e Debora Zuin, personaggi emblematici di una modernità in cui in filigrana c’è lui, il grande drammaturgo inglese e una delle sue tragedie più celebri.

kairosmagazine.it - Rosalba Amorelli Pur avendo avuto quantità notevoli di rappresentazioni e riscrittura, quella della Barile è interessante. […] Tutta la rappresentazione è stata impreziosita dallo splendido lavoro audio-video e dagli originali elementi scenografici che hanno proiettato tutto lo spettacolo in un’atmosfera decisamente contemporanea e che ricorda – consentitemi- il primissimo Tim Burton regista.